Don Pierfrancesco

La parola della domenica 7 dicembre 2025
II Domenica di Avvento
Anno A

Meditiamo la Parola della domenica…

NEL DESERTO DELLA VITA PREPARIAMO LA VIA AL SIGNORE

La liturgia della II domenica di Avvento è dominata dalla figura del Battista, un uomo che
ripropone con una travolgente radicalità la predicazione dei profeti, invitando alla
conversione.

La descrizione che ne fa Matteo ce lo presenta come un uomo, sì, vestito di peli di
cammello, ma certamente “senza peli sulla lingua”: un personaggio singolare, sobrio,
essenziale, autenticamente anticonformista e dotato di grande immediatezza. Un profeta
che impaurisce e affascina; egli pratica un’austerità che può forse suscitare timore, ma che,
allo stesso tempo, attira folle di ascoltatori e di seguaci. Insomma, Giovanni è uno di quelli
che spesso vengono definiti “una persona scomoda”.

É questa la guida che oggi ci viene data per il nostro cammino verso il Natale, per fare di
noi degli uomini e delle donne che si sentono autenticamente in cammino verso il Signore.
Uomini e donne chiamati a percorrere le vie di Dio, vie che attraversano il deserto,
paesaggio aspro e arido, luogo di fatica; ma anche spazio in cui il Signore si fa incontrare,
dà il suo pane, fa sentire la sua vicinanza. “Preparate nel deserto la via del Signore!” è
l’invito che ci rivolge oggi il Battista.

Ma come concretamente Giovanni ci aiuta a preparare la via del Signore, nel deserto della
nostra vita? Con la sua vita e con il suo insegnamento. Il Battista è uno che ha fatto scelte
forti, ha preferito l’aridità del deserto, luogo di solitudine, d’essenzialità, di tentazione, ma
anche luogo di incontro con Dio. Il suo insegnamento, oggi, è condensato nell’invito alla
conversione. “Convertitevi!”, un appello che abbiamo ascoltato tante volte e che, forse, noi
stessi abbiamo anche rivolto agli altri, magari senza averne approfondito il senso e senza
aver bene messo in conto le esigenze della conversione.

Alcune di esse sono imprescindibili, perché il nostro “riorientarci” al Signore sia autentico.
Aprirsi agli altri, con gli stessi sentimenti di Gesù Cristo, con quella cordialità che è
possibilità offerta all’altro di avere accesso al mio cuore, alla mia interiorità. Non solo
aprirsi agli altri, ma anche farsi carico degli altri, facendo nostre le parole che amava dire
don Milani, “I care”, cioè “mi interessa e mi sta a cuore la tua sorte”, con un atteggiamento
che ci affranca dalla sindrome di Caino: “Sono forse io il guardiano di mio fratello?”. E
questo con una sollecitudine particolare per i fratelli più deboli e poveri, di cui Dio si
prende speciale cura.

Ma conversione è anche compiere gesti di riconciliazione, imparando se necessario a
confessare le nostre colpe ai fratelli, un atto che spodesta il nostro orgoglio e la nostra
superbia, aprendo la strada al realizzarsi della visione di Isaia (prima lettura).
In questo tempo di conflitti, è quanto mai necessario fare nostre le parole di papa Leone
XIV per costruire “una pace disarmata e disarmante”.

A partire da ciascuno di noi vogliamo essere costruttori di pace. Operatori di quei gesti di
riconciliazione così necessari per costruire pace.

Con il Servo di Dio don Tonino Bello, diciamo allora: “In piedi Operatori di Pace!”
Ci conceda, dunque, il Signore di “preparare la sua via” con impegno e generosità.
Preghiamo la Parola….

SPEZZATI IN QUATTRO PER LA PACE

di don Tonino Bello

Prega per la pace. La pace vera, quella totale, completa, è un dono di Dio. Non è solo frutto
degli sforzi umani. Se tu la implorerai come dono di Dio, la pace diventerà anche
storicamente possibile, politicamente raggiungibile e diplomaticamente realizzabile.
Allenati al dialogo. Fin da ora. Con i genitori. Con gli educatori. Con i compagni. Con chi
non la pensa come te. Combatti contro la corsa alle armi. Grida a tutti che è una cosa
ingiusta fabbricare armi mentre la gente muore di fame.
Cambia il tuo cuore. È dal cuore vecchio che nasce la guerra. Chiedi al Signore che ti tolga
il cuore di pietra e te ne dia uno di carne.

Educati alla pace. Si, perché la pace è anche un’arte che si impara. Non basta lo slogan.
Non basta una marcia. Non basta un cartello. Ci vuole lo studio. Occorre il confronto.
Occorre soffrire. Ti sarà necessario anche prendere posizione: l’equilibrismo non è il modo
giusto per difendere la pace.

Per la pace fatti in quattro pure tu! Ce la farai!

Per leggersi dentro…

Dove ti sembra che il Signore ti stia chiamando a un cambiamento?
Quali sono i tuoi modi di pensare che ostacolano la tua conversione?
Quale gesto concreto senti di poter realizzare in questa settimana stimolato dalla
Parola?

Buona domenica!

Don Pierfrancesco

2° Domenica di Avvento: Riflessione di Don Pierfrancesco