Don Pierfrancesco

Prima Lettura

Il Signore unisce tutti i popoli nella pace eterna del suo Regno.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 2,1-5

Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme.
Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli.
Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra.
Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 121 (122)

R. Andiamo con gioia incontro al Signore.

Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme! R.

È là che salgono le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge d’Israele, per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio, i troni della casa di Davide. R.

Chiedete pace per Gerusalemme: vivano sicuri quelli che ti amano; sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi. R.

Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene. R.

Seconda Lettura

La nostra salvezza è più vicina.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 13,11-14a

Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso
la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.
La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Mostraci, Signore, la tua misericordiae donaci la tua salvezza. (Sal 84,8)

Alleluia.

Vangelo

Vegliate, per essere pronti al suo arrivo.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 24,37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

Parola del Signore.

Parola della Domenica

Il susseguirsi di domeniche, feste e anni liturgici può provocare in noi assuefazione e abitudine, rischiando di far perdere significato al cammino che la Chiesa, proprio attraverso le varie tappe dell’anno liturgico, intende proporci. Quanti Avventi, quanti Natali… senza che qualcosa sia effettivamente cambiato dentro e attorno a noi! Talvolta poi, all’assuefazione e all’abitudine può aggiungersi anche la sfiducia e lo scoraggiamento, a causa delle tante difficoltà che incontriamo.
Ma alla nostra fatica Dio risponde ancora una volta con una chiamata radicale: “Casa di Giacobbe, vieni”, è l’invito di Isaia (prima lettura); “É ormai tempo di svegliarsi”, ammonisce Paolo (seconda lettura); “Vegliate! … state pronti!”, raccomanda Gesù (Vangelo).

Ascoltare questi inviti può aiutarci a non cedere alla tentazione, sempre in agguato, di chiuderci nelle nostre sicurezze o di lasciarci abbattere dalle nostre sconfitte.
L’Avvento è l’opportunità nuova che ci viene offerta dal Signore, come singoli e come comunità, per ridare colore ed entusiasmo alla nostra esperienza di fede. Per di più si tratta dell’Avvento quasi a conclusione del Giubileo che stiamo vivendo “Pellegrini di speranza”, che si concluderà nelle Diocesi il 28 dicembre e a livello di Chiesa universale il giorno della Epifania. Un forte richiamo, dunque, per ciascuno di noi a ricominciare il cammino scandito dall’anno liturgico proprio all’insegna della speranza nella misericordia, chiave di rinnovamento della nostra crescita cristiana e di tutta la Chiesa.
Fin dall’inizio dell’Avvento, vogliamo già tenere fermo lo sguardo sul Natale di Gesù, l’evento di gioia attraverso cui Dio Padre ci ha fatto conoscere il suo amore concreto, la sua volontà di non lasciarci da soli con le nostre sconfitte e tristezze. É proprio a partire dalla venuta di Gesù in mezzo a noi, quindi, che possiamo guardare al futuro senza paura e progettare in positivo alla nostra vita.
E questo, nonostante il buio e le tenebre che spesso si addensano sulla nostra storia, in questo tempo più che mai. Proprio come accade a Gerusalemme al tempo di Isaia. Essa vive una situazione desolante; in essa abbondano atteggiamenti di ingratitudine, di corruzione e di formalismo religioso. É nel bel mezzo di questa situazione che risuonano le parole cariche di speranza di Isaia (Is 2,1-5). Ma perché tutto non si risolva in una pia illusione, impegniamoci a vivere l’Avvento come un tempo privilegiato per prestare attenzione alla Parola di Dio, accogliendo l’invito di Gesù: “Vigilate… tenetevi pronti!”.
Vigilare su di sé, sulle proprie azioni, sulle motivazioni che ci spingono ad agire.
Facciamo nostro, dunque, l’invito di Isaia “saliamo al monte del Signore”. Facciamolo ponendo gesti concreti di speranza, spezzando il cerchio di pessimismo e l’aria pesante che tende ad impadronirsi di noi, sforzandoci di scoprire e dare voce al positivo e al bello che ci circonda! Maranathà, Vieni, Signore Gesù!

Preghiamo la Parola….
O Madre, facci capire che non basta accogliere:
bisogna attendere.
Accogliere talvolta è segno di rassegnazione.
Attendare è sempre segno di speranza.
Rendici, perciò, ministri dell’attesa.
E il Signore che viene,
Vergine dell’Avvento, ci sorprenda.
Amen.
(Don Tonino Bello, vescovo)

Leggersi dentro….

  • Se aprissi gli occhi su quello che sta avvenendo dentro di te e nella tua vita fuori di te, cosa vedresti?Quali sono le spade e le lance in tuo possesso che puoi trasformare in strumento di bene?Cosa ti proponi all’inizio di questo Avvento in preparazione al Natale?

Buona domenica!

Don Pierfrancesco

1° Domenica di Avvento: Letture e Riflessione di Don Pierfrancesco