Un Saluto commosso a Bianca

Pubblicato giorno 16 aprile 2020 - In home page, Senza categoria

Grazie,

grazie a tutti coloro, che ci hanno mandato messaggi, fiori, che hanno voluto essere presenti alla cerimonia, sfidando le limitazioni imposte da questo difficile momento.

Grazie a Don Antonello e a Don Luciano che a stento è riuscito a trattenere la commozione.

Grazie a Don Raul e Monsignor Panizza, che anche se lontani, ci hanno fatto sentire la loro vicinanza e il loro affetto.

Nel cuore porteremo i numerosi pranzi casalinghi insieme a Don Raul, i momenti di preghiera e il caffè dopo le pulizie del sabato mattina, suo imperdibile appuntamento.

E grazie a mia mamma, Bianca. Per molti è stata una presenza solare, disponibile, buona; donna di grande fede mai ostentata, ma sempre vissuta con umile devozione in privato. Suocera perfetta, sempre discreta, mai invadente; nonna “grintosa”, forse non eccessivamente espansiva nei suoi affetti, ma presente e disponibile; madre a volte severa, che ci ha insegnato che il rispetto e l’onestà si conquistano con il sacrificio e l’amore per la famiglia, la sua priorità. Moglie devota attenta, insostituibile, il “collante” della nostra famiglia, a cui dobbiamo il più grande grazie per averci donato il suo immenso AMORE.

Federica

Bianca e Federica

 

 

Sin da quando ero piccolo, ho vissuto in famiglia la Settimana Santa con molta devozione e gioia. Andare in chiesa con i miei non era mai un peso. Ma mi commuoveva sempre tenere lo sguardo fisso su Gesù crocifisso. Mi domandavo perché fosse morto uno come lui.

E allora la Veglia Pasquale era una gran festa. La festa della vita e della luce, che anno dopo anno rendeva il mio cuore di gioia piena. Questa Settimana Santa ho provato una profonda tristezza nel sapere della morte di una persona molto cara a me, Bianca Boselli, una amica, una mamma. Mi rincresceva anche il non poter essere accanto al suo caro Sergio, a Federica, a Raffaella e a tutta la sua famiglia. La morte parla con tanta eloquenza che tutti ci lascia muti. Tuttavia, e sempre guardando fissamente il crocifisso, ho incontrato la luce di speranza, quella che risuona nel cuore dicendo: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me anche se muore vivrà…”. Soltanto in Gesù risorto la morte diviene una porta necessaria per entrare in Cielo. Ne sono certo! Gesù è la mia certezza. La nostra certezza. La morte non ha l’ultima parola. In Gesù ho la speranza un giorno poter riabbracciare la cara Bianca nel Cielo, e farci anche due risate… Arrivederci, Bianca. E dal cielo prega per tutti noi. Aspettaci, col tuo sorriso.

Il tuo Raùl.Bianca e Raul

 

 

Vangelo  Gv 20,11-18

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

 

In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.  Parola del Signore

 

Pensiero di Don Luciano

 

Oggi vogliamo salutare Bianca, accanto a Maria del vangelo appena ascoltato che è la prima donna che ha incontrato Gesù Risorto. Le donne nei vangeli fanno una bella figura, sono loro coloro che per prime scoprono la tomba vuota, sono loro le prime che incontrano Gesù, e sono loro coloro che portano l’annuncio agli Apostoli. Gli Apostoli vengono dopo. Perché? Perché è stato così senz’altro e perché le donne sono più fedeli, e perché le donne sono sempre attente, forse non gli interessava o non se lo aspettavano, come neanche i discepoli, di incontrare Gesù Risorto, ma gli interessava di stargli comunque accanto nella vita e nella morte. Maria va al sepolcro e trova la tomba vuota. La prende la tristezza e la disperazione e lo cerca finché incontra proprio Gesù ma non lo riconosce, e gli dice, come abbiamo ascoltato: “se lo hai portato via tu dimmi dov’è, che vado a prenderlo”. E soltanto quando Gesù la chiama per nome: “Maria”, lo riconosce. E in quel momento c’è un abbraccio, uno scambio di amicizia profonda tra Gesù e Maria, un’amicizia che aveva segnato tutta la loro vita. “Maria” – “Rabbunì”, oggi: “Bianca” –  “Gesù”. È questo lo scambio del saluto, lo scambio dei nomi, e poi l’abbraccio. Senz’altro è un abbraccio, non si può pensare diversamente, se Gesù gli dice: non mi trattenere, ma vai dai miei fratelli, dai discepoli, e digli di andare in Galilea perché là mi vedranno. Una parte di questo annuncio lo avevamo già ascoltato nella notte di Pasqua alle altre donne. Ma oggi invece è rivolto in modo particolare a questa donna, Maria, una delle più fedeli, una che oltre che stare accanto a Gesù era diventata, cosa insolita per il suo tempo, “discepola”, cioè una che “ascoltava la sua Parola”. In questo momento vogliamo ricordare Bianca con tutto il nostro affetto di sposo, di figlie, di generi, di nipoti, di amici, un affetto che supera il tempo, un affetto che non si potrà mai spegnere, perché Bianca ci è stata tolta solo per un breve tempo, perché Bianca la incontreremo viva e risorta, anzi, in modo particolare, ai più piccoli, a Mattia voglio dire che la nonna è viva, e che la nonna ti guarda, e che la nonna prega per te e per voi, per tutti voi, e quindi soprattutto per la sua famiglia. Lei che ha avuto a cuore tutti, lei che ha avuto a cuore in modo particolare noi sacerdoti. E voglio presentare il ricordo di Don Raul e Mons. Panizza che mi hanno subito  fatto sapere che anche loro erano presenti, che erano vicini, pur essendo distanti, e anche Don Carlos da Gerusalemme. E poi tanti tanti altri amici che ci hanno telefonato, ai quali ho detto di non venire per quello che sapete tutti, perché in questo momento ci è stata tolta la gioia di poterci abbracciare, cosa che ha consolato Maria l’abbraccio di Gesù. Noi non possiamo farlo, però sappiamo che il Signore non ci toglie l’abbraccio di Bianca, anzi Bianca ci è vicina e ci è accanto e prega per noi. IMG-20180227Corretta